La storia del Libraccio

Dai mercatini di libri usati degli anni Settanta alla più importante catena di libri scolastici e usati.

La prima libreria italiana che si chiamò Libraccio aprì nel 1979 in via Corsico a Milano: era stata l’idea di quattro ragazzi poco più che ventenni, che si erano conosciuti al mercatino dei libri usati di largo Richini, davanti all’Università Statale. Sono passati 36 anni e oggi Libraccio è la più grande catena di libri usati e scolastici in Italia. È di proprietà di 16 soci tra i quali ci sono ancora i quattro fondatori, Pietro Fiechter, Tiziano Ticozzelli, Silvio Parodi ed Edoardo Scioscia. Formalmente Libraccio è una holding che controlla varie società: comprende 32 librerie sparse per l’Italia (principalmente nel nord), una società di distribuzione che si chiama DMB (Distribuzione Monza Brianza), dieci società operative tra le quali la casa editrice Libraccio Editore, una quota del 5,2 per cento nella società di librerie IBS e partecipazioni al 50 per cento in Libraccio Outlet, Galla 1880 Srl Vicenza, Librerie Margaroli Srl Verbania. Oltre alle librerie, la holding ha altri tre marchi, nati da partnership: Galla + Libraccio a Vicenza (la libreria Galla è una delle librerie indipendenti più antiche d’Italia), Magaroli + Libraccio a Verbania e più recentemente la joint venture tra Libraccio e Messaggerie Libri per la gestione degli Ibs bookshop, le librerie che in alcune città portano infatti la denominazione Ibs+Libraccio (IBS, società di vendita di libri online, che aveva successivamente acquisito dei punti vendita fisici, appartiene al gruppo editoriale GEMS).

La catena di librerie è indipendente, nel senso che non è controllata da nessun editore o gruppo maggiore. Libraccio decide le strategie generali, ma le varie librerie hanno una gestione autonoma, essendo controllate da società della holding che a loro volta gestiscono da una a un massimo di cinque librerie (per esempio tutte quelle della Liguria): in questo il modello è molto diverso per esempio da quello della catena Feltrinelli, gestita in modo molto più omogeneo e centralizzato. Le librerie, infatti, sono molto diverse fra loro: alcune, come l’outlet di Parma o la sede di via santa Tecla di Milano, sono molto grandi e hanno un approccio molto più commerciale; altre sono librerie storiche – come Catullo a Verona o Noseda a Como – comprate da Libraccio quando erano a rischio di chiusura. Le librerie Libraccio sono specializzate nella vendita di libri scolastici e universitari, ma trattano anche romanzi, saggi, fumetti di diffusione generale, oltre a cd, dvd, vinili e articoli di cancelleria.

I libri non scolastici usati sono divisi in due categorie: i libri di “antiquariato” sono quelli pubblicati prima del 1900, considerati da collezionismo, mentre i libri di “modernariato” sono quelli pubblicati nel ‘900, in particolare nella prima metà. I prezzi e le valutazioni cambiano a seconda della categoria, ma seguono una logica legata alla storia del libro (le varianti più importanti sono il numero di edizioni che sono state stampate, lo stato di conservazione, il numero di copie in circolazione). Libraccio tratta anche i così detti remainder – libri che non sono più nei cataloghi degli editori e rimarrebbero nei magazzini – che vengono venduti con sconti dal 50 al 90 per cento sul prezzo di copertina. Il risultato è che le librerie del Libraccio hanno una clientela che è prevalentemente giovane, e che quindi tra i libri nuovi si vendano di più quelli attraenti per quel tipo di lettori (non i libri per bambini, per esempio, o quelli di scrittori più popolari tra i lettori anziani).

Un’altra tappa fondamentale nella storia di Libraccio fu la creazione del sito internet libraccio.it. Oggi è il più importante sito in Italia per la vendita di libri scolastici, con circa 550 mila utenti registrati e oltre 1 milione e 150mila libri spediti all’anno, ma non è più di proprietà di Libraccio. Il sito nacque nel 2000 per dare visibilità alle librerie, e nel 2009 il sito fu trasformato in libreria digitale con una partnership con Ibs: successivamente le quote di Libraccio sono state “vendute” in cambio del 5,2 per cento delle quote di IBS. Libraccio.it è passata da un fatturato di 3 milioni del 2009 ai 17 del 2014. Libraccio oggi è uno dei fornitori del sito e percepisce delle royalties sul nome del marchio libraccio.it.

Nel 2012 è stata fondata la casa editrice Libraccio editore, dopo una breve esperienza di coedizione con Lampi di Stampa, marchio di Messaggerie che si occupa principalmente di servizi print on demand. Finora sono state realizzate circa cinquanta pubblicazioni con tiratura di circa 400 copie, concentrata su testi universitari di architettura. Gli obiettivi futuri sono di allargare alla narrativa e convertire il 90 per cento del catalogo in e-book.